To dig and Digg.com

Lately, a tendency going strong is to create websites with peculiar names, often derived from real words, but slightly changing
them, so to create new words, easy to remember and totally identified with the website(and with the product in the website,
virtual or real to be).

This tendency has 2 causes, first of all all the domain names including the most important words are no more free, and also
branding a domain with a totally original name is a really good move from an advertising and visibility point of view.

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Some of these new websites create new words that people use currently; think about ‘Google’, which has become almost a synonim of ‘search engine’, but doesn’t have a real meaning.
A slightly different example, still related, is Digg.com.
‘To dig something’ in the new urban slang means ‘to like
something’ so Digg.com founders started the website, hinting to the new meaning and letting the users submit and vote
(digg) articles of any interest.
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Ultimamente, una tendenza che va rafforzandosi è quella di creare siti con nomi particolari, spesso derivati da parole esistenti, ma
storpiandole leggermente, in modo da creare delle parole nuove, facili da ricordare e identificate totalmente col sito (e
magari col prodotto che il sito offre, virtuale o reale che sia).
Questa tendenza è dovuta a 2 motivi principali, prima di tutto i nomi dei domini con parole chiave più importanti sono
praticamente tutti già occupati, secondariamente usare un marchio con un nome totalmente originale è molto efficace da un
punto di vista pubblicitario e di riconoscibilità.
Alcuni di questi nuovi siti creano dei veri e propri neologismi, che entrano a fare parte del linguaggio corrente; pensate
a Google, che è quasi diventato sinonimo di motore di ricerca, ma che in inglese non significa nulla.
Un esempio leggermente diverso ma sempre calzante è digg.com. Il verbo ‘to dig’ letteralmente significa ‘scavare’, ma ha
preso anche il significato di ‘apprezzare’, per esempio ‘i dig it’ significa ‘mi piace’. Prendendo spunto da questa nuova
espressione i fondatori di Digg.com hanno creato un sito dove gli utenti possono proporre e votare articoli pubblicati in
rete, tramite un azione di ‘digg it’.